“Gli smalti del Murattiano” è il titolo della conversazione che Vincenzo Velati terrà martedì 2 aprile, alle 17.30, al Museo Civico di Bari, nell’ambito della mostra “La città del disincanto. Architettura e società dell’ultimo Novecento a Bari”, curata da Nicola Signorile.
Lo storico dell’arte Velati propone una inedita ricognizione nell’esperienza dei ceramisti, degli scultori e dei decoratori che collaborarono con gli architetti baresi negli anni Sessanta e Settanta: Sangirardi, Chiaia & Napolitano, Lopopolo, Cirielli.
In primo piano le opere di Giordano Belardinelli, dei fratelli Francesco e Raffaele Spizzico, di Mimma Russo Frattasi, di Amerigo Tot e Michele Gregorio. Sullo sfondo, la nascita e i primi anni di attività dell’Istituto statale d’Arte, con l’apporto dei maestri ceramisti faentini Francesco e Paolo Zoli, e la vivacità della scena artistica e culturale barese in quel periodo.
Le decorazioni per edifici, sul prospetto principale o negli androni, segnano con un gesto d’arte il confine tra la costruzione e lo spazio pubblico e – nel caso di palazzi privati – costituiscono un dono al cittadino, prima ancora che la manifestazione della opulenza del proprietario. Si scoprono così sotto una nuova luce grandi pannelli e coloratissime pensiline che il passante ha spesso visto distrattamente.
La mostra “La città del disincanto” è aperta al pubblico fino al 15 aprile.
Il libro-catalogo – con gli scritti di G. Carlone, A. Calderazzi, A. Cucciolla, F. P. Gismondi, L. Netti, N. Signorile e V. Velati – è pubblicato da Mario Adda Editore.