“Involontariamente, Amo” – 41 scatti per raccontare le emozioni e la voglia di vivere di un 20enne

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La mostra, che sarà inaugurata il 14 aprile alle ore 18 al Museo civico di Bari, è ispirata alla raccolta di poesie e di pensieri di Vincenzo Moretti, vittima di un incidente stradale

Fotografie che raccontano paesaggi e scene realistiche. Immagini che raccontano emozioni.

Sono 41 le foto raccolte nella mostra “Involontariamente amo”, ideata da Yvonne Cernò e dedicata a Vincenzo Moretti, un 20enne vittima di un incidente stradale sul lungomare di Bari il 14 aprile del 2002. A 21 anni dalla morte del giovane, la sua mamma ha voluto raccontarlo e ricordarlo nei suoi scatti e in quelli dei tanti fotografi ispirandosi a una raccolta di poesie e di pensieri scritti da Vincenzo.

La mostra, aperta al pubblico il prossimo 14 aprile al Museo Civico di Bari a partire dalle ore 18, è un inno alla vita in tutte le sue forme. In esse predomina sicuramente il sentimento della malinconia, una malinconia però nella sua accezione più dolce, lontana da una visione negativa della presenza umana nel mondo.

Certo, in molte fotografie è accentuato il senso di solitudine umana: le persone ritratte sono spesso figure che paiono errabonde, smarrite in una natura o in contesti più urbanizzati come persone in cerca di identità o succubi di una incomunicabilità difficile da superare. Ma in molte altre immagini prevale invece l’aspetto gioioso, di splendore della natura, una natura non più estranea ma culla accogliente della nostra persona e coscienza.

“I figli – spiega Yvonne Cernò, curatrice della mostra – sono sempre pezzi di cuore, come qualcuno ha detto tanto tempo fa. Quando qualcosa di assurdo ed incomprensibile li porta via prematuramente, nel cuore di una madre resta un vuoto incolmabile misto a disperazione e tutto cambia ed ogni giorno la mente cerca di creare situazioni e condizioni tali da rendere vivo il ricordo e quasi reale la presenza di chi non c’è più. Questo succede da più di venti anni. Qualche tempo fa, pensai di far rivivere attraverso le immagini, attraverso le fotografie, i brani e le poesie che mio figlio ci aveva lasciato, in silenzio, come suo ricordo, meraviglioso ricordo del suo modo di essere, di sentire, di soffrire, di pensare. Non volli – spiega ancora – affrontare da sola questa meravigliosa esperienza e coinvolsi alcuni amici fotografi che accettarono di collaborare con me”.

Così quindi è nata la mostra fotografica collettiva “Involontariamente, amo”, che sa riassumere in due chiare parole il concept della mostra, rifacendosi al titolo del libro di Vincenzo Moretti, prodotto nel 2004.

Gli autori che hanno collaborato sono: Alberta Zallone, Angela Cioce, Anna Maria Renna, Antonio Tevere, Emilio Badolati,Giacomo Pepe, Gianni Cataldi, Giulio Spagone, Luigi Scaringello, Marco Sacco, Pino Di Cillo, Pio Meledandri, Pio Tarantini, Sergio Scagliola, Stefano Di Marco, Teresa Imbriani, Valentina Labellarte.

“Molti fotografi – sottolinea Cernò – hanno aderito al progetto e di questo sono molto felice.  Questa mostra fotografica – conclude – è dedicata a tutti coloro che non hanno potuto realizzare i propri sogni perché venuti a mancare troppo presto”. La mostra resterà aperta sino al 30 aprile.

Biografia – Vincenzo Moretti, nato a Bari il 2 novembre 1981. Le sue mani erano grandi e forti, la sua fronte elevata e spaziosa, il suo sguardo intenso e luminoso, la sua bocca sottile e sorridente. Possedeva un carattere esplosivo che destava in tutti un forte interesse. Con un solo sorriso riusciva a regalare il buonumore. Tentava di risolvere i problemi con impeto ed entusiasmo. Era profondamente attratto dall’emisfero femminile, ma assai timido per riuscire a fronteggiarlo.

Ha frequentato il liceo classico Orazio Flacco di Bari. Si immergeva spesso nel mondo della letteratura, amava i versi di Leopardi e di Dante, conosceva, a memoria, ogni singola battuta di Antonio de Curtis, il grande Totò e fantasticava con i messaggi d’amore dei Baci Perugina. Trovava pace e rifugio nella Musica; ogni nota un paragrafo della sua vita, ogni canzone un capitolo. Sin dall’infanzia aveva un obiettivo ben preciso: diventare ortopedico, come suo padre.

Nel 1999 si iscrisse alla Facoltà di Medicina ottenendo ottimi risultati. Si definiva grande appassionato di sport, in particolare di calcio, nel quale esordì nel 1998 a livello agonistico. La sua breve ed intensa vita si è spenta a causa di un incidente stradale, il 14 aprile del 2002, nel quale perse la vita anche sua cugina Maria Esther. Su iniziativa della famiglia e degli amici, è sorta la Fondazione “Ciao Vinny”, che ha dato alla luce progetti nel campo della sensibilizzazione sulla sicurezza stradale.

La Fondazione è, ormai, parte integrante della città di Bari, grazie ai suoi cittadini. Dopo la sua scomparsa, la madre scoprì un diario che lui scriveva, ogni sera, dall’età di diciotto anni, dal 20 ottobre 2000. In allegato, trovò anche una raccolta di meravigliose poesie e con questi brani decise di creare un libro dal titolo “Involontariamente amo”, frase usata dallo stesso Vincenzo per definire se stesso, che fu prodotto nel 2004 e nel 2022 come seconda edizione.