Il giorno 13 dicembre 2019 nel Museo Civico di Bari alle ore 18,00 si inaugurerà la Mostra “1968/1969 quegli anni – fotografie di Arturo Cucciolla” organizzata dal Comune di Bari e dal Museo Civico di Bari e prodotta dal Consorzio IDRIA scrl.
Mostra e catalogo hanno il patrocinio di A.N.P.I., A.R.C.I. Puglia, A.R.C.I. Bari, C.G.I.L. Puglia, C.G.I.L. Bari.
Progetto di allestimento della mostra è curato da Nicola Amato, Francesco Carofiglio e Arturo Cucciolla.
Il catalogo, a cura di Arturo Cucciolla e Mario Adda editore con progetto grafico di Sabina Coratelli, contiene, oltre a tutte le fotografie messe in mostra, i testi critici di Maruzza Capaldi, Mario Capanna, Aldo Iori, Uliano Lucas, Pasquale Martino e Nicola Signorile.
Il giorno 14 dicembre 2019 nel Museo Civico di Bari alle ore 10,30 si terrà un incontro al quale parteciperanno gli autori dei testi del catalogo insieme all’autore delle fotografie.
Nel corso della mostra, che durerà fino al 19 gennaio 2020, si terranno, presso il Museo Civico di Bari, i seguenti incontri:
“1968/1969 quegli anni a Bari” con Tommaso Fiore, Pasquale Martino, Alba Sasso, Vito Savino
“1968/1969 teatro e musiche” con Pasquale Bellini, Pierfranco Moliterni e Fabrizio Versienti
“1968/1969 cinema” con Enzo Augusto
Le fotografie selezionate per la mostra sono state tutte scattate nel biennio 1968-1969; alcune furono stampate in quegli anni e finirono pubblicate su giornali e riviste, mentre altre circolarono nell’ambiente del Movimento Studentesco, utilizzate anche per mostre “militanti”.
A distanza di tanti anni, in occasione del cinquantenario, l’autore ha potuto riprendere i negativi ed estrarne una selezione perché a suo tempo, con una diligenza poi perduta, aveva classificato i negativi, conservandoli in un archivio con una numerazione che rimandava ad un elenco, contenente i dati relativi ai temi, ai luoghi e alle date.
Diventato docente universitario, l’autore, lavorando con i giovani allievi, ha registrato il loro modo di fotografare e, confrontandolo col suo, ha maturato l’idea, accolta con curiosità ed interesse, di mostrare come, cosa e perché fotografava quando aveva vent’anni come loro. Valeva, dunque, la pena di trasmettere, con una mostra e con un’adeguata pubblicazione, questo piccolo patrimonio di fotografie quale testimonianza tecnica e culturale, ma anche politica, del modo di fotografare di un giovane studente di Architettura in “quegli anni”.
La scelta fondamentale della mostra è la volontà di dare testimonianza di un biennio: non il solo “sessantotto”, cioè, ma i due anni “sessantotto-sessantanove” insieme; insomma, le lotte di operai e studenti in stretto legame, in un quadro di tumultuoso e, poi si è visto, di irreversibile cambiamento della società.
L’insieme di immagini e scritti, prescelti con una decisa scelta di campo e di parte e perciò “partigiana”, rilanciano alla necessità di un impegno futuro per un più completo e sistematico ordinamento consapevole della memoria, quale presupposto fecondo e necessario per la costruzione del futuro.